DITO A SCATTO
Il dito a scatto, detto anche tenosinovite stenosante, è una patologia in cui è presente una stenosi della guaina dei tendini flessori della mano che causa il caratteristico “scatto” nei movimenti di flessione e di estensione del dito interessato.
Lo scatto è dovuto alla difficoltà meccanica incontrata dal tendine nello scorrimento all’interno della sua puleggia.
Colpisce principalmente soggetti che compiono lavori manuali ripetitivi che comportano un eccessivo stress tendineo (operai, musicisti, tessitrici etc.).
Il picco di incidenza è tra 50 – 60 anni ed il rapporto tra donne affette e uomini è di 6:1
DIAGNOSI
La diagnosi è essenzialmente clinica e viene effettuata dallo specialista mediante la palpazione di una formazione nodulare dolorosa a livello dell’articolazione metacarpo-falangea che scorre in sincronia con la flesso-estensione del dito interessato.
Sarà necessario comunque eseguire un esame ecografico pre operatorio che confermi la diagnosi.
CURA
Nelle fasi iniziali in cui non è apprezzabile un “blocco” funzionale ed in cui il sintomo prevalente è il dolore, lo specialista potrebbe optare per un trattamento conservativo (Farmaci antinfiammatori, FKT, Crioterapia locale).
INTERVENTO
In caso di insuccesso del trattamento conservativo ed in presenza di uno scatto tendineo dolente con grave impotenza funzionale è necessario l’intervento chirurgico di tenolisi.
Consiste nella liberazione del tendine attraverso la sezione della puleggia che lo costringe.
Viene eseguito in regime ambulatoriale ed in anestesia locale.
Ha una durata molto breve di circa 10 – 15 minuti, e la ripresa funzionale è immediata.
La dimissione avviene 2/3 ore circa dopo l’intervento ed il decorso post operatorio non prevede l’utilizzo di tutori né di apparecchi gessati.
E’ consigliabile un periodo di riposo da attività lavorative pesanti di circa 20 – 30 giorni.
E’ utile inoltre eseguire nell’immediato post-operatorio alcuni semplici esercizi di flesso-estensione per evitare la formazione di aderenze tendinee.